Translate

mercoledì 5 dicembre 2012

ELENA UNA REGINA AMATA DAGLI ITALIANI


Propongo questo appello del prof. Aldo Mola. Ricorrono 60 anni dalla morte della regina Elena. Si spense a Montpellier il 28 novembre 1952 ove è sepolta. Figlia di Nicola Petrovic Niegos, principe del Montenegro, venne presa in sposa da Vittorio Emanuele, principe di Napoli. Era il 1896. Divenne regina d’Italia perché il 29 luglio 1900 Umberto I fu assassinato a Monza in un tuttora misterioso “complotto anarchico”.
(cortesia Cav. Carmine Passalacqua)
(cortesia Cav. Carmine Passalacqua)
Madre di cinque figli, tra i quali Umberto II, Elena conquistò l’affetto degli italiani, sia durante la Grande Guerra, quando allestì al Quirinale l’Ospedale Territoriale n.1, sia con opere filantropiche, sia con il contatto diretto con i poveri.
Il suo nome fu (e rimane) tra quelli più diffusi, proprio in suo ricordo. E’ sepolta a  Montpellier, pressoché dimenticata. Vittorio Emanuele III è nella chiesa di Santa Caterina ad Alessandria d’Egitto, dimenticato.
La Consulta dei Senatori del Regno lancia un appello: le Istituzioni sono indifferenti. Ma i cittadini faranno la loro parte per portare in patria le salme della Regina Elena e di Vittorio che lasciò l’Italia col titolo di “conte di Pollenzo”. E’ un impegno che non potrà lasciare indifferenti né il Piemonte né la Nazione (Aldo A. Mola).

Chi era Elena Nicolaijevna Petrovich-Niegos  (8 gennaio 1873 - 28 novembre 1952)? Sesta figlia di Nicola I e di Milena Vukotich, nasce a Cettigne nel 1873, sposa il 24 ottobre 1896 a Roma Vittorio Emanuele principe di Napoli. Dal loro matrimonio nascono: Jolanda (andata sposa nel 1923 il conte Carlo Calvi di Bergolo); Mafalda (1902-1944) consorte del principe Filippo d’Assia; Umberto II (1904-1983) 4° e ultimo re d’Italia; Giovanna vedova di re Boris III di Bulgaria e l'ultimogenita Maria, che sposa nel 1939 il principe Luigi di Borbone-Parma.
Regina d'Italia dal 1900, Elena si distingue come figura pubblica: ricordiamo l'opera di soccorso ai terremotati di Messina (1908) e l'intervento a favore dei soldati feriti come crocerossina durante la prima guerra mondiale (1915-18). Un giorno re Vittorio confida al primo aiutante di campo generale Paolo Puntoni: “Mia moglie mi chiede continuamente soldi. Finirà col condurmi alla bancarotta!”. Era sempre corsa voce che il sovrano, di suo, non tirasse fuori neppure una lira per opere di bene. Niente di più falso. Egli aiutava frequentemente, con robusti sussidi e osservando assoluta discrezione, anziani generali, ammiragli e ufficiali a riposo, vedove, orfani e reduci di guerra, magistrati e funzionari ridotti in miseria a causa di malattie, di lutti e di altre dolorose vicissitudini. Nel 1943, a un suo vecchio aiutante di campo, che le sventure avevano fatto cadere in una povertà nascosta, fece avere, non richieste, diverse somme, l'ultima delle quali di 12.000 lire.
Durante il periodo fascista, Elena cerca di intervenire politicamente. Il 27 novembre 1939 propone la "Pace delle Dame", con riferimento ad un antico episodio della storia sabauda del 1529, quando Luisa di Savoia e Margherita d'Austria posero fine a una sanguinosa guerra. Purtroppo il tentativo di Elena viene stroncato sul nascere da Benito Mussolini che non permette alla regina d'inviare le lettere a tutte le sovrane d'Europa. Di carattere affabile, modesta, ben differente dalla suocera, la regina madre Margherita, Elena era aliena dalle solennità e dalla feste mondane; detestava che la fotografassero, mentre le piaceva (come al marito) fare lei stessa fotografie ai famigliari. Prediligeva la musica, amava l’arte e la letteratura. Costretta all'esilio in Egitto con il marito, dopo la morte di Vittorio Emanuele III (1947), Elena si stabilisce a Montpellier nel sud della Francia, dove muore il 28 novembre 1952 (vgc)