Propongo questo appello del prof. Aldo Mola. Ricorrono 60 anni dalla morte
della regina Elena. Si spense a Montpellier il 28 novembre 1952 ove è sepolta. Figlia di Nicola
Petrovic Niegos, principe del Montenegro, venne presa in sposa da Vittorio
Emanuele, principe di Napoli. Era il 1896. Divenne regina d’Italia
perché il 29 luglio 1900 Umberto I fu assassinato a Monza in un tuttora misterioso “complotto
anarchico”.
(cortesia Cav. Carmine Passalacqua) |
(cortesia Cav. Carmine Passalacqua) |
Il suo nome fu (e rimane) tra
quelli più diffusi, proprio in suo ricordo. E’ sepolta a Montpellier, pressoché dimenticata. Vittorio
Emanuele III è nella chiesa di Santa Caterina ad Alessandria d’Egitto,
dimenticato.
La Consulta dei Senatori del
Regno lancia un appello: le Istituzioni sono indifferenti. Ma i cittadini faranno la loro parte per
portare in patria le salme della Regina Elena e di Vittorio che lasciò l’Italia
col titolo di “conte di Pollenzo”. E’ un impegno che non potrà
lasciare indifferenti né il Piemonte né la Nazione (Aldo A. Mola).
Chi era Elena Nicolaijevna Petrovich-Niegos (8 gennaio 1873 - 28 novembre 1952)? Sesta
figlia di Nicola I e di Milena Vukotich, nasce a Cettigne nel 1873, sposa il 24
ottobre 1896 a Roma Vittorio Emanuele principe di Napoli. Dal loro matrimonio
nascono: Jolanda (andata sposa nel 1923 il conte Carlo Calvi di Bergolo);
Mafalda (1902-1944) consorte del principe Filippo d’Assia; Umberto II
(1904-1983) 4° e ultimo re d’Italia; Giovanna vedova di re Boris III di
Bulgaria e l'ultimogenita Maria, che sposa nel 1939 il principe Luigi di
Borbone-Parma.
Regina
d'Italia dal 1900, Elena si distingue come figura pubblica: ricordiamo l'opera
di soccorso ai terremotati di Messina (1908) e l'intervento a favore dei
soldati feriti come crocerossina durante la prima guerra mondiale (1915-18). Un
giorno re Vittorio confida al primo aiutante di campo generale Paolo Puntoni:
“Mia moglie mi chiede continuamente soldi. Finirà col condurmi alla
bancarotta!”. Era sempre corsa voce che il sovrano, di suo, non tirasse fuori
neppure una lira per opere di bene. Niente di più falso. Egli aiutava
frequentemente, con robusti sussidi e osservando assoluta discrezione, anziani
generali, ammiragli e ufficiali a riposo, vedove, orfani e reduci di guerra,
magistrati e funzionari ridotti in miseria a causa di malattie, di lutti e di
altre dolorose vicissitudini. Nel 1943, a un suo vecchio aiutante di campo, che
le sventure avevano fatto cadere in una povertà nascosta, fece avere, non
richieste, diverse somme, l'ultima delle quali di 12.000 lire.
Durante
il periodo fascista, Elena cerca di intervenire politicamente. Il 27 novembre
1939 propone la "Pace delle Dame", con riferimento ad un antico
episodio della storia sabauda del 1529, quando Luisa di Savoia e Margherita
d'Austria posero fine a una sanguinosa guerra. Purtroppo il tentativo di Elena
viene stroncato sul nascere da Benito Mussolini che non permette alla regina
d'inviare le lettere a tutte le sovrane d'Europa. Di carattere affabile,
modesta, ben differente dalla suocera, la regina madre Margherita, Elena era
aliena dalle solennità e dalla feste mondane; detestava che la fotografassero,
mentre le piaceva (come al marito) fare lei stessa fotografie ai famigliari.
Prediligeva la musica, amava l’arte e la letteratura. Costretta all'esilio in Egitto
con il marito, dopo la morte di Vittorio Emanuele III (1947), Elena si
stabilisce a Montpellier nel sud della Francia, dove muore il 28 novembre 1952 (vgc)