La prima data certa a cui
far risalire la notorietà di questo Lenzuolo, l'unico che superò le critiche
della Chiesa Cattolica e dei fedeli, è compresa tra il 1346 ed il 1351. Intorno
alla fine del 1300 appartenne, tra numerose dispute economico religiose, a
Goffredo II di Charny i cui discendenti nel 1453 la cedettero ai Savoia che la trasferirono nella
cattedrale di Chambéry, capitale del loro Ducato; Luigi di Savoia, allora
regnante, restituì da quel momento il Sacro Lenzuolo alla venerazione religiosa.
Nel 1532 in seguito ad un
incendio, il Telo si danneggiò notevolmente ma fu riparato e ricomparve al
culto qualche anno dopo. Dal 1535 la S. Sindone seguì le sorti dei Savoia e delle guerre tra il Ducato e
la Francia; nel 1578 trovò temporaneo rifugio a Torino, poi tornò a Chambéry
sotto il ducato di Emanuele Filiberto, ma prese definitiva e degna sede a
Torino nel 1694 a causa dei mutati interessi dei Savoia che videro nel Piemonte
il loro futuro.
Tra la fine del 1700 e la
metà del 1800, periodo di grandi rivoluzioni sociali, la Sindone venne
gelosamente conservata dai Savoia, subì alcuni brevi trasferimenti per
ostensioni o per nasconderla, ed entrò stabilmente nella storia di Torino.
Nel 1898 durante
un’ostensione pubblica fu fotografata per la prima volta e si scopri che il
negativo fotografico corrispondeva al positivo dell'immagine stessa, provocando
sconcerto tra i fedeli e grande curiosità nel mondo della scienza. L'interesse
scientifico sulla Sindone crebbe nel XX secolo fino a sfociare in alcune tornate
di analisi multidisciplinari effettuate nel 1973, nel 1978 e nel 1988.
La S. Sindone è oggi
considerata, da chiunque e per qualsiasi religione, un "unicum" poiché la figura dell'Uomo
impresso sul telo non è dipinta o stampata, la sua fotografia contrasta con le
leggi dell'ottica e l'immagine, analizzata con i moderni mezzi informatici,
contiene un messaggio matematico tridimensionale che sappiamo inesistente per
qualsiasi altra immagine umana e che era certamente ignoto alla tecnologia
dell'epoca in cui il Telo fu scoperto. Malgrado una recente datazione che fa
risalire la stoffa ad una data compresa fra il 1250 ed il 1390, il segreto
della sua origine, è ancora incompreso, misterioso e sospeso, come per nessun
altro oggetto al mondo, tra la Scienza e la Fede.
La storia della Sindone è
strettamente legata a quella dei Savoia: nel 1453 entra a far parte dei beni
del duca Ludovico di Savoia e nel 1578, con Emanuele Filiberto, giunge a
Torino, trasferita da Chambéry insieme alla corte. Il Sudario resta della
casata fino al 1983, quando alla morte di Umberto II, come da sua volontà
testamentaria, viene donata al Papa.
Un legame che si traduce
nella possibilità di conoscere, in occasione dell’Ostensione, la “Torino reale”
e il circuito di residenze, edifici e dimore di Casa Savoia: oltre a Palazzo
Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Villa della Regina o il Castello del
Valentino in città, vi sono la sontuosa Reggia di Venaria, la Palazzina di
Caccia di Stupinigi, la Basilica di Superga, i castelli di Rivoli, Moncalieri,
Racconigi, Agliè, tutti luoghi carichi d’arte e di storia, capaci di incantare
ed emozionare i visitatori (VGC).