Perché un personaggio di tale statura, che tanto ha influito sugli eventi che
hanno contraddistinto uno dei periodi
più importanti, significativi e complessi
della storia d'Italia, ha trovato così
poco riscontro presso gli storici
tanto da essere quasi dimenticato?
Si
conclude il ciclo autunnale degli Aperitivi
Culturali dell’Associazione Immagine per il Piemonte con una conferenza su
un artefice del Risorgimento dimenticato: Eugenio
Emanuele di Savoia Carignano Villafranca (1816-1888): il Luogotenente del
Risorgimento, ritornato all'attenzione dei lettori ad opera del gen. Mauro
Ferranti, autore della biografia Eugenio
di Savoia-Carignano (Umberto Soletti Editore, 2013 www.umbertosolettieditore.com).
Il 28 novembre nella Sala Principe Eugenio in via Legnano 2/b a Torino con
l'autore intervengono: Marco Albera (Fondazione Accorsi-Ometto), il Ten. Col.
Marcello Marzani (Comando Regione Militare Nord), l’editore Gianluca Soletti.
Modera: lo storico e giornalista Vittorio G. Cardinali. Saranno presenti:
Leopoldo Francesco Villafranca Soissons con il figlio Daniel Alexis Villafranca
Soissons della famiglia dei Conti Villafranca Soissons (Milano), discendenti
del Principe Eugenio Emanuele di Savoia.
Mauro
Ferranti, Generale di Brigata in ausiliaria e appassionato studioso di storia
patria, dopo anni di faticoso lavoro, propone la sua completa e avvicente
biografia di Eugenio di Savoia Carignano che, come recita il sottotitolo fu
"un artefice del Risorgimento Italiano". Un'indagine rigorosa e di
ampio respiro su di un personaggio fondamentale eppure, stranamente, a lungo
trascurato dalla storiografia maggiore.
Eugenio
di Savoia-Carignano fu al centro e all’acme del potere durante tutto il gravido
periodo storico del Risorgimento, dai primi moti del 1821 fino al susseguirsi
degli eventi che in meno di cinquant’anni portarono all’unificazione
dell’Italia.
Ammiraglio
comandante della Marina Sarda, Luogotenente del Re in più occasioni, incaricato
di missioni politiche e diplomatiche di delicata importanza, ebbe sempre
posizioni di grande evidenza e di grandi responsabilità e fu sempre ascoltato
consigliere al fianco di tre sovrani sabaudi: Carlo Alberto, Vittorio Emanuele
II e Umberto I.
Stimato
e ammirato allora per le sue capacità e il suo attaccamento all’Italia e alla
casa regnante, andrebbe nuovamente celebrato come fece, nel 1899, lo storico
Emilio Pinchia: “La nostra Nazione deve ricordare quanto tatto, quanto
patriottismo, quanto accorgimento politico fosse in quel principe che si
mantenne volontariamente in disparte, discreto e devoto a lato del trono,
pronto all’opera, fido nei consigli, e con un riserbo tanto più meritevole
quanto più era sicuro il suo ingegno. Il nobile portamento, la dignità dei
modi, l’inflessibile lealtà della sua condotta, lo fanno degno di reverente
memoria, come italiano e come principe di Savoia” (vgc)