Serata
speciale dell’Associazione Immagine per il Piemonte all’Unione Industriale di
via Fanti con ospite d’onore lo scrittore e antropologo Massimo Centini per una
conferenza su “Piemonte terra di misteri” in occasione della 2^ ristampa del
suo libro “Il grande libro dei misteri del Piemonte risolti e irrisolti”.
Modera la serata, Luca Martini, Segretario generale dell’Associazione Immagine
per il Piemonte; introduce, il conte Alessandro Cremonte Pastorello, Presidente
del Premio di Cultura L’Arcangelo.
Massimo Centini (Torino, 1955) collabora con quotidiani e
periodici. Attualmente scrive su “Avvenire” e collabora con Radio Rai. È autore
di numerosi studi di antropologia: “L’uomo selvatico” e “La sindrome di
Prometeo”. Per la Newton Compton ha scritto, oltre ad alcuni libri sulla storia
e la cultura del Piemonte, “Misteri d’Italia”, “Torino criminale” e, con Andrea
Accorsi, “La sanguinosa storia dei serial killer, I grandi delitti italiani
risolti o irrisolti”.
Centini, il Piemonte è una
regione al centro di una fitta rete di enigmi ed episodi inspiegabili: rispetto
al resto d’Italia è una terra più magica?
«Non credo sia più magica: certamente numerosi fattori
hanno influenzato questa credenza: non ultimo gli scrittori che ne hanno fatto
una scenografia ad hoc per alimentare il senso del mistero»
Quanti sono gli eventi ufficiali
o meno raccontanti in questo libro di successo uscito nei mesi scorsi per i
tipi della Newton Compton?
«Va detto che ogni fatto raccontato è vero: vero
nel senso che c’è qualcosa che lo rende tale, anche se dal punto di vista fenomenologico,
di fatto non è così»
Suddivise per province le 250
pagine del libro propongono misteri descritti dettagliatamente: si può fare una
classifica delle province più magiche o misteriose?
«Direi
che una provincia è tanto più magica di un’altra in ragione di quanto è stata
analizzata e studiata».
Per un autore che da anni
scandaglia questo mondo pubblicando molte opere sul tema, i piemontesi sono
affascinati, hanno paura o semplicemente snobbano la loro storia con risvolti
magici o inquietanti? In poche parole: sono pragmatici e superstiziosi?
«Poiché
il mio approccio è scientifico e soprattutto scettico, colgo nella maggior
parte delle persone (80%) una condivisione; una minoranza invece mi guarda come
uno che non capisce, che non ci arriva, che non sa e considera miti quanto per
loro è realtà. Storia, addirittura. Chissà, anche credere che gli asini volino
è un modo per voler bene alla propria terra…» (vgc)