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mercoledì 26 dicembre 2012

PIEMONTE TERRA DI MISTERI


Serata speciale dell’Associazione Immagine per il Piemonte all’Unione Industriale di via Fanti con ospite d’onore lo scrittore e antropologo Massimo Centini per una conferenza su “Piemonte terra di misteri” in occasione della 2^ ristampa del suo libro “Il grande libro dei misteri del Piemonte risolti e irrisolti”. Modera la serata, Luca Martini, Segretario generale dell’Associazione Immagine per il Piemonte; introduce, il conte Alessandro Cremonte Pastorello, Presidente del Premio di Cultura L’Arcangelo.
Massimo Centini (Torino, 1955) collabora con quotidiani e periodici. Attualmente scrive su “Avvenire” e collabora con Radio Rai. È autore di numerosi studi di antropologia: “L’uomo selvatico” eLa sindrome di Prometeo”. Per la Newton Compton ha scritto, oltre ad alcuni libri sulla storia e la cultura del Piemonte, “Misteri d’Italia”, “Torino criminale” e, con Andrea Accorsi, “La sanguinosa storia dei serial killer, I grandi delitti italiani risolti o irrisolti”.
L'antropologo e scrittore Massimo Centini.
Centini, il Piemonte è una regione al centro di una fitta rete di enigmi ed episodi inspiegabili: rispetto al resto d’Italia è una terra più magica?
«Non credo sia più magica: certamente numerosi fattori hanno influenzato questa credenza: non ultimo gli scrittori che ne hanno fatto una scenografia ad hoc per alimentare il senso del mistero»
Quanti sono gli eventi ufficiali o meno raccontanti in questo libro di successo uscito nei mesi scorsi per i tipi della Newton Compton?
«Va detto che ogni fatto raccontato è vero: vero nel senso che c’è qualcosa che lo rende tale, anche se dal punto di vista fenomenologico, di fatto non è così»
Suddivise per province le 250 pagine del libro propongono misteri descritti dettagliatamente: si può fare una classifica delle province più magiche o misteriose?
«Direi che una provincia è tanto più magica di un’altra in ragione di quanto è stata analizzata e studiata».
Per un autore che da anni scandaglia questo mondo pubblicando molte opere sul tema, i piemontesi sono affascinati, hanno paura o semplicemente snobbano la loro storia con risvolti magici o inquietanti? In poche parole: sono pragmatici e superstiziosi?
«Poiché il mio approccio è scientifico e soprattutto scettico, colgo nella maggior parte delle persone (80%) una condivisione; una minoranza invece mi guarda come uno che non capisce, che non ci arriva, che non sa e considera miti quanto per loro è realtà. Storia, addirittura. Chissà, anche credere che gli asini volino è un modo per voler bene alla propria terra…» (vgc)

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