Chi ne era insignito poteva
fregiarsi del titolo di cugino del Re. Solo principi del sangue e alte
personalità nazionali e internazionali potevano portare la più importante delle
onorificenze sabaude: il Collare della SS. Annunziata. Anche se non
riconosciuto dalla Repubblica, l’Ordine supremo della SS. Annunziata rimane il maggior
ordine cavalleresco della monarchia sabauda e del regno d'Italia, istituito intorno
al 1362-64 da Amedeo VI di Savoia detto il “Conte Verde” (www.ordinidinasticicasasavoia.it)
e definitivamente cessato nel 1983 con la morte dell’ultimo re d’Italia, S. M. Umberto II.
Gran collare dell’Ordine supremo della
Santissima Annunziata, metà
del XIX secolo. Princisbecco (?), oro e smalti. Torino, Palazzo Reale |
Ne parliamo perché torna d’attualità
dall’8 aprile al 29 giugno alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino con l’esposizione
nella sala degli oggetti montati di sette collari dell’Ordine, tra cui
uno proveniente da Palazzo Reale di Torino. L’occasione nasce dal recente acquisto
da parte della Fondazione del piccolo collare che appartenne al conte Luigi
Cibrario, storico e uomo politico (www.fondazioneaccorsi-ometto.it).
L'Ordine del collare fu in origine una società o fratellanza cavalleresca, come quelle già organizzate alla Corte sabauda per tornei e nel corso di questi 650 anni subì numerose modifiche. Con Vittorio Emanuele II, nel 1869, diventò la suprema ricompensa per i personaggi segnalatisi per eminenti servigi resi nelle alte cariche dello Stato. Nel 1924 re Vittorio Emanuele III portò i cavalieri insigniti a 20, esclusi il sovrano, principi, ecclesiastici, personaggi stranieri. Con il titolo di eccellenza e di cugino del re, avevano obbligo di giurare fedeltà secondo la formula costituzionale, diritto alla precedenza sulle cariche dello Stato dopo i cardinali, diritto agli onori militari.
L'Ordine del collare fu in origine una società o fratellanza cavalleresca, come quelle già organizzate alla Corte sabauda per tornei e nel corso di questi 650 anni subì numerose modifiche. Con Vittorio Emanuele II, nel 1869, diventò la suprema ricompensa per i personaggi segnalatisi per eminenti servigi resi nelle alte cariche dello Stato. Nel 1924 re Vittorio Emanuele III portò i cavalieri insigniti a 20, esclusi il sovrano, principi, ecclesiastici, personaggi stranieri. Con il titolo di eccellenza e di cugino del re, avevano obbligo di giurare fedeltà secondo la formula costituzionale, diritto alla precedenza sulle cariche dello Stato dopo i cardinali, diritto agli onori militari.
Piccola curiosità. Sembrava
che il duca Amedeo d’Aosta e il principe Vittorio Emanuela volessero concedere
in prestito i loro collari alla Fondazione. Hanno poi cambiato idea. Forse memori di quanto clamore creò la "questione Collari" nel 1983 dopo la morte di Re Umberto. Nelle disposizioni testamentarie del sovrano tutti i collari erano destinati all’Altare della Patria in Roma. Dopo le dimissioni dei due esecutori testamentari, re Simeone di Bulgaria e il langravio Maurizio d'Assia-Kassel, furono però trattenuti a Ginevra da Vittorio Emanuele. Rispondendo al ministro
Ronchey che li reclamava, il figlio del Re disse in un'intervista rilasciata ad Alain Elkann: “I Collari dell’Annunziata sono un ordine
prestigioso fondato da Amedeo IV attorno al 1300 e appartengono all’Ordine di
cui io sono il Gran Maestro e depositario. Quindi non posso venderli...” (V.G.C.)
Particolare del Gran Collare di Palazzo Reale (Torino) |
Orari di visita della mostra: mart.-ven.10-13;
14-18; sab. e dom. 10-13; 14-19, lun. chiuso.