Vienna 18-10-2013 riapertura del Winterpalais del Principe Eugenio |
L’Associazione Immagine per il Piemonte (v. Legnano
2/b, Torino, tel. 335 216045, info@immagineperilpiemonte.it) commemora la sua
figura europea con una conferenza, un itinerario culturale e una celebrazione
religiosa, in contemporanea con Vienna, dove si svolge l’inaugurazione del
restaurato Palazzo d’Inverno del principe sabaudo, nella Himmelpfortgasse 8, al
centro della capitale imperiale.
Nella conferenza di storia e costume – che si terrà il 18 ottobre - Secondo Furno Marchese parla dei"Savoia Soissons e Mancini: due famiglie tra processi, intrighi e potere" mentre Pietro Terzolo, presidente del Centro Studi Eugeniani, descrive "La partenza da Parigi del giovane Eugenio...".
Nella conferenza di storia e costume – che si terrà il 18 ottobre - Secondo Furno Marchese parla dei"Savoia Soissons e Mancini: due famiglie tra processi, intrighi e potere" mentre Pietro Terzolo, presidente del Centro Studi Eugeniani, descrive "La partenza da Parigi del giovane Eugenio...".
Una messa anniversaria per i 350 anni della nascita del principe viene officiata il 19 ottobre alle 18,30 dal Rettore della Real Chiesa di Santa Cristina
don Adolfo Ferrero, alla presenza di una rappresentanza del Gruppo Storico
Militare Pietro Micca. Infine il 25 ottobre ci sarà una passeggiata culturale
di mezza giornata dedicata alle orme lasciate dal principe sabaudo a Torino.
Inizia dalle Reali Tombe della Basilica di Superga e si conclude nel centro
storico di Torino per approfondire la genialità militare del condottiero. La
prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata direttamente sul sito
www.piemonteitalia.eu; telefonando al numero verde 800.329.329
La genialità militare con cui liberò la città dagli
assedianti francesi, quella genialità per cui era ammirato da Napoleone, da
Federico il Grande e per cui divenne per antonomasia l’eroe senza rivali della
Monarchia absburgica. La Vienna di oggi è impensabile senza di lui. Nato
francese (Parigi, 18 ottobre 1663), figlio di madre italiana e di padre
savoiardo, dedicò la sua vita al servizio della casa di Absburgo. Per questo su
un lato del suo monumento a Vienna sta scritto: “Al glorioso vincitore dei
nemici dell’Austria”. Proprio il servizio (fedele sempre al giuramento fatto a
ventidue anni) era stato la stella polare della sua vita, mentre l’arte che lo
indusse a raccogliere quadrerie e biblioteche splendide, fu la sua passione
costante. Infatti, i meriti di Eugenio furono straordinari non
solo in campo militare, ma anche diplomatico e culturale. Anche per questo su
un altro lato del monumento sta scritto: “Al saggio consigliere di tre
imperatori”.
Ebbe un alto concetto dell’amicizia e le vittorie
sulle armi della Francia furono tanto merito suo quanto del comandante inglese
Marlborough: esiste una medaglia su cui sono raffigurati come Castore e
Polluce.
Come dice Henderson nella sua ampia biografia, tre
furono i durevoli successi della sua vita: impedì che l’impero fosse
conquistato da Luigi XIV; infranse l’ultimo assalto all’Occidente della potenza
ottomana e, infine, fu uno dei maggiori mecenati delle arti che il mondo abbia
mai visto. Nonostante tutte le vittorie e gli incarichi ricoperti sdegnò le
tentazioni sia del fasto che della ricchezza, conducendo una vita semplice e
preferendo dotare la città che lo ospitava di palazzi e monumenti che la
abbellissero.
Come acutamente scrisse Rousseau, che compose due
odi in onore di Eugenio, fu imparando a vincere se stesso che apprese a domare
i suoi più fieri nemici.
Al principe Eugenio di Savoia spetta un posto di
primo piano nella storia del secolo XVIII. È stato guida e stratega di grandi
battaglie, ma più importanti ci appaiono oggi la lungimirante capacità politica
e le doti di statista che gli consentirono di porre alla politica asburgica
obiettivi lontani.
Ma da noi cosa si sa di
Eugenio, che Napoleone considerava uno dei più grandi condottieri di tutti i
tempi? «Se ne sa poco o niente – ha scritto il filosofo Anacleto Verrecchia -
perché l’Italia, per una provinciale forma di sciovinismo alla rovescia, si
lascia scippare facilmente quello che in qualche modo le appartiene. Forse
perché siamo più abituati a portare la livrea che a reggere il bastone del
comando».
La sua variegata personalità gli permise di salvare
l’Impero, alla fine del Seicento, dall’invasione ottomana e lo guidò a
raccogliere capolavori d’arte con lo spirito del collezionista settecentesco,
così come in quegli anni si delineava tale figura nelle principali corti
europee. Dal palazzo del Belvedere a Vienna, le sue collezioni d’arte formano
oggi il corpus principale delle
raccolte della Galleria Sabauda di Torino, vanto della nostra città. I torinesi
gli devono la liberazione della città e la vittoria contro la Francia, che
permise al Ducato di Savoia di trasformarsi in quel regno (di Sicilia, poi di
Sardegna) destinato a diventare il Regno dell’Italia unita.