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mercoledì 16 ottobre 2013

350° DELLA NASCITA DEL PRINCIPE EUGENIO DI SAVOIA. Celebrazioni a Torino.


Vienna 18-10-2013 riapertura del Winterpalais del Principe Eugenio
Quest’anno si celebra a Torino e a Vienna il 350° anniversario della nascita del principe Eugenio di Savoia Carignano Soissons, condottiero, stratega e mecenate.
L’Associazione Immagine per il Piemonte (v. Legnano 2/b, Torino, tel. 335 216045, info@immagineperilpiemonte.it) commemora la sua figura europea con una conferenza, un itinerario culturale e una celebrazione religiosa, in contemporanea con Vienna, dove si svolge l’inaugurazione del restaurato Palazzo d’Inverno del principe sabaudo, nella Himmelpfortgasse 8, al centro della capitale imperiale.
Nella conferenza di storia e costume – che si terrà il 18 ottobre - Secondo Furno Marchese parla dei"Savoia Soissons e Mancini: due famiglie tra processi, intrighi e potere" mentre Pietro Terzolo, presidente del Centro Studi Eugeniani, descrive "La partenza da Parigi del giovane Eugenio...".
Una messa anniversaria per i 350 anni della nascita del principe viene officiata il 19 ottobre alle 18,30 dal Rettore della Real Chiesa di Santa Cristina don Adolfo Ferrero, alla presenza di una rappresentanza del Gruppo Storico Militare Pietro Micca. Infine il 25 ottobre ci sarà una passeggiata culturale di mezza giornata dedicata alle orme lasciate dal principe sabaudo a Torino. Inizia dalle Reali Tombe della Basilica di Superga e si conclude nel centro storico di Torino per approfondire la genialità militare del condottiero. La prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata direttamente sul sito www.piemonteitalia.eu; telefonando al numero verde 800.329.329
La genialità militare con cui liberò la città dagli assedianti francesi, quella genialità per cui era ammirato da Napoleone, da Federico il Grande e per cui divenne per antonomasia l’eroe senza rivali della Monarchia absburgica. La Vienna di oggi è impensabile senza di lui. Nato francese (Parigi, 18 ottobre 1663), figlio di madre italiana e di padre savoiardo, dedicò la sua vita al servizio della casa di Absburgo. Per questo su un lato del suo monumento a Vienna sta scritto: “Al glorioso vincitore dei nemici dell’Austria”. Proprio il servizio (fedele sempre al giuramento fatto a ventidue anni) era stato la stella polare della sua vita, mentre l’arte che lo indusse a raccogliere quadrerie e biblioteche splendide, fu la sua passione costante. Infatti, i meriti di Eugenio furono straordinari non solo in campo militare, ma anche diplomatico e culturale. Anche per questo su un altro lato del monumento sta scritto: “Al saggio consigliere di tre imperatori”.
Ebbe un alto concetto dell’amicizia e le vittorie sulle armi della Francia furono tanto merito suo quanto del comandante inglese Marlborough: esiste una medaglia su cui sono raffigurati come Castore e Polluce.
Come dice Henderson nella sua ampia biografia, tre furono i durevoli successi della sua vita: impedì che l’impero fosse conquistato da Luigi XIV; infranse l’ultimo assalto all’Occidente della potenza ottomana e, infine, fu uno dei maggiori mecenati delle arti che il mondo abbia mai visto. Nonostante tutte le vittorie e gli incarichi ricoperti sdegnò le tentazioni sia del fasto che della ricchezza, conducendo una vita semplice e preferendo dotare la città che lo ospitava di palazzi e monumenti che la abbellissero.
Come acutamente scrisse Rousseau, che compose due odi in onore di Eugenio, fu imparando a vincere se stesso che apprese a domare i suoi più fieri nemici.
Al principe Eugenio di Savoia spetta un posto di primo piano nella storia del secolo XVIII. È stato guida e stratega di grandi battaglie, ma più importanti ci appaiono oggi la lungimirante capacità politica e le doti di statista che gli consentirono di porre alla politica asburgica obiettivi lontani.
Ma da noi cosa si sa di Eugenio, che Napoleone considerava uno dei più grandi condottieri di tutti i tempi? «Se ne sa poco o niente – ha scritto il filosofo Anacleto Verrecchia - perché l’Italia, per una provinciale forma di sciovinismo alla rovescia, si lascia scippare facilmente quello che in qualche modo le appartiene. Forse perché siamo più abituati a portare la livrea che a reggere il bastone del comando».
La sua variegata personalità gli permise di salvare l’Impero, alla fine del Seicento, dall’invasione ottomana e lo guidò a raccogliere capolavori d’arte con lo spirito del collezionista settecentesco, così come in quegli anni si delineava tale figura nelle principali corti europee. Dal palazzo del Belvedere a Vienna, le sue collezioni d’arte formano oggi il corpus principale delle raccolte della Galleria Sabauda di Torino, vanto della nostra città. I torinesi gli devono la liberazione della città e la vittoria contro la Francia, che permise al Ducato di Savoia di trasformarsi in quel regno (di Sicilia, poi di Sardegna) destinato a diventare il Regno dell’Italia unita.
Questo è il personaggio che quest’anno si celebra, e senza l’intervento determinante del quale Torino, il Piemonte e l’Italia non avrebbero raggiunto la situazione attuale (vgc).
Nella R. Chiesa di S. Cristina l'affresco con il voto di Vittorio Amedeo II ed Eugenio di Savoia.