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martedì 8 aprile 2014

IL COLLARE CHE TI FACEVA DIVENTARE CUGINO DEL RE. Esposti alla Fondazione Accorsi-Ometto 7 Collari della SS. Annunziata


Chi ne era insignito poteva fregiarsi del titolo di cugino del Re. Solo principi del sangue e alte personalità nazionali e internazionali potevano portare la più importante delle onorificenze sabaude: il Collare della SS. Annunziata. Anche se non riconosciuto dalla Repubblica, l’Ordine supremo della SS. Annunziata rimane il maggior ordine cavalleresco della monarchia sabauda e del regno d'Italia, istituito intorno al 1362-64 da Amedeo VI di Savoia detto il “Conte Verde” (www.ordinidinasticicasasavoia.it) e definitivamente cessato nel 1983 con la morte dell’ultimo re d’Italia, S. M. Umberto II.
Gran collare dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata, metà del XIX secolo.
Princisbecco (?), oro e smalti. Torino, Palazzo Reale

Piccolo collare dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata (appartenuto a Luigi Cibrario, vicepresidente del Senato del regno, ministro di stato, insignito del titolo di cavaliere da Vittorio Emanuele II nel 1869). Argento e oro. Torino, Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
Ne parliamo perché torna d’attualità dall’8 aprile al 29 giugno alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino con l’esposizione nella sala degli oggetti montati di sette collari dell’Ordine, tra cui uno proveniente da Palazzo Reale di Torino. L’occasione nasce dal recente acquisto da parte della Fondazione del piccolo collare che appartenne al conte Luigi Cibrario, storico e uomo politico (www.fondazioneaccorsi-ometto.it).
L'Ordine del collare fu in origine una società o fratellanza cavalleresca, come quelle già organizzate alla Corte sabauda per tornei e nel corso di questi 650 anni subì numerose modifiche. Con Vittorio Emanuele II, nel 1869, diventò la suprema ricompensa per i personaggi segnalatisi per eminenti servigi resi nelle alte cariche dello Stato. Nel 1924 re Vittorio Emanuele III portò i cavalieri insigniti a 20, esclusi il sovrano, principi, ecclesiastici, personaggi stranieri. Con il titolo di eccellenza e di cugino del re, avevano obbligo di giurare fedeltà secondo la formula costituzionale, diritto alla precedenza sulle cariche dello Stato dopo i cardinali, diritto agli onori militari.
Piccola curiosità. Sembrava che il duca Amedeo d’Aosta e il principe Vittorio Emanuela volessero concedere in prestito i loro collari alla Fondazione. Hanno poi cambiato idea. Forse memori di quanto clamore creò la "questione Collari" nel 1983 dopo la morte di Re Umberto. Nelle disposizioni testamentarie del sovrano tutti i collari erano destinati all’Altare della Patria in Roma. Dopo le dimissioni dei due esecutori testamentari, re Simeone di Bulgaria e il langravio Maurizio d'Assia-Kassel, furono però trattenuti a Ginevra da Vittorio Emanuele. Rispondendo al ministro Ronchey che li reclamava, il figlio del Re disse in un'intervista rilasciata ad Alain Elkann: “I Collari dell’Annunziata sono un ordine prestigioso fondato da Amedeo IV attorno al 1300 e appartengono all’Ordine di cui io sono il Gran Maestro e depositario. Quindi non posso venderli...” (V.G.C.)
Particolare del Gran Collare di Palazzo Reale (Torino)



Orari di visita della mostra: mart.-ven.10-13; 14-18; sab. e dom. 10-13; 14-19, lun. chiuso.

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