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mercoledì 13 marzo 2013

SAN PIO V UNICO PAPA PIEMONTESE NELLA STORIA

Con l'elezione del nuovo Papa Francesco I - di origini piemontesi - torna d'attualità la storia dell'unico papa piemontese della storia: san Pio V da Bosco Marengo.

San Pio V, unico papa piemontese, nato a Bosco Marengo il 17 gennaio 1504, eletto papa il 7 gennaio 1566, defunto il 1° maggio 1572 e proclamato santo il 22 maggio 1712. Ecco le tappe salienti della sua biografia: dall’umile nascita all’ingresso nell’Ordine Domenicano; dal rigoroso impegno inquisitoriale, prima a Como e poi direttamente a Roma con la carica di Sommo Inquisitore; dall’elevazione al cardinalato alla sua nomina nel 1560 alla guida della diocesi di Mondovì; dal pontificato, caratterizzato da una dura repressione ereticale e dalla vittoria nella battaglia di Lepanto nel 1571 fino alla sua morte in odore di santità.
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Antonio Michele Ghislieri (Bosco Marengo, Alessandria 1504-Roma 1572), di famiglia modesta, nel 1518, entra nell'ordine domenicano e completa gli studi a Bologna. Viene ordinato sacerdote nel 1528, quindi è lettore di teologia a Genova e a Pavia. A Pavia è commissario dell'inquisizione e poi inquisitore a Como e Bergamo. Divenuto papa il cardinale Carafa (Paolo IV) lo vuole membro della commissione per la riforma della curia. Nel 1556 è nominato vescovo di Sutri e Nepi. Nel ’57 ottiene la berretta cardinalizia e l’anno dopo è grande inquisitore. Con papa Pio IV viene dimenticato dal 1559 al 1565. E’ sempre inquisitore e riorganizza l'episcopato di Mondovì.
Nel 1566 è eletto papa, grazie all'accordo dei cardinali Borromeo e Farnese. Nemico acerrimo della simonia e del nepotismo, applica i dettami tridentini che fa diffondere ovunque, anche nelle colonie dell'America Latina e della portoghese Goa. Pretende da vescovi e parroci il rispetto dell'obbligo della residenza, promuove la pubblicazione del Catechismo romano e del Breviarium Romanum e del Missale Romanum, insedia una commissione per la revisione della Vulgata, sceglie oculatamente vescovi e cardinali, fissa le competenze della penitenzieria apostolica e istituisce la «Congragzione dell'Indice», accentua il rigore inquisitorio che ha in Pietro Carnesecchi e in Aonio Paleario le sue vittime più illustri. Avverso, in maniera ossessiva al protestantesimo, favorisce la fazione dei Guisa in Francia, loda le truci carneficine del duca d'Alba nei Paesi Bassi (1570) scomunica la regina Elisabetta, esonerando altresì i cattolici inglesi dell'obbligo di fedeltà al sovrano. In urto con Filippo II e Massimiliano II, si ostina a esortare i principi cattolici alla concordia per lo sterminio dell'eresia. Nel 1571 la lega antiturca non riesce ad approfittare della clamorosa vittoria riportata a Lepanto. Pio V muore nel 1572.
Curiosità della cucina dei Papi rinascimentali
Il cuoco Bartolomeo Scappi inizia la sua attività il 1540 e il 1570. Ha scritto un manuale di cucina dal titolo "Opera dell’arte del cucinare" diviso in sei volumi che per la presentazione e la comprensibilità costituisce un esempio dell’eleganza dell’alto Rinascimento. In questo libro vi sono illustrazioni vivaci e scrupolose per una cucina ideale fornita di tutto ciò che è indispensabile a un cuoco provetto. Scappi è stato senza dubbio, un uomo istruito e sembra che sia stato cuoco segreto di Papa Pio V e non si dimentichi pure del cardinale Campeggio in quanto descrive un banchetto dato in onore del Sacro Romano Imperatore Carlo V, che il Cardinale conosceva bene. Alla morte del questo cardinale, Scappi né servi molti altri fino al conclave che nel 1564 proclama papa Pio IV, un lombardo amante della buona cucina, famoso per le cosce di rana fritte con aglio e prezzemolo. Nel 1566 prepara il banchetto per l’intronizzazione di Pio IV e ne fa un resoconto completo. Scappi nei suoi capitoli tratta di tutto ciò che è alimentare e in più anche diete per malati. Apprezza molto le marinate ed è esperto in stufati e bagnomaria. È anche il primo cuoco europeo ad esplorare l’arte della pasticceria.
Si è molto interessato agli aspetti scientifici del cibo, e la sua esperienza con papi anziani (Pio IV soffriva di disturbi digestivi) lo rese particolarmente attento ai problemi sanitari. Oltre ai pasticci tipicamente italiani e alla pasticceria, un’altra caratteristica a questo cuoco, è il suo amore per i latticini e per la carne di vitello e i salumi. Molti suoi piatti prendono il nome da città italiane, famose per la buona tavola, ha lasciato anche ricette internazionali. È stato il primo a far conoscere quell’aggeggio a due denti, rozzo, chiamata forchetta che a quei tempi serviva a scavalcare i voluminosi collari a gorgiera dell’epoca.

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