La
notizia sta facendo il giro di tutti i circoli monarchici e degli ambienti
aristocratici italiani sollevando non poche critiche. Il duca Amedeo di Savoia-Aosta
mette all’asta da Bolaffi gran parte degli arredi della sua residenza San Rocco
di Castiglion Fibocchi in Toscana. Infatti gli appassionati di storia sabauda
hanno già da tempo la data bloccata. L’appuntamento è per il 25 settembre in
via Cavour 17 nella Sala Bolaffi, due giorni prima del 70° genetliaco del
principe, erede potenziale al trono d’Italia. Il catalogo online si può
sfogliare sul sito www.bolaffi.it, e-mail aste@bolaffi.it
La
base d’asta complessiva è di 850mila euro per circa 600 lotti, ma il cuore
dell’incanto sarà rappresentato dai beni di “S.A.R. il principe Amedeo di
Savoia, Duca di Aosta”, circa 300 oggetti di ottima qualità tra argenti,
ceramiche, libri, dipinti, arredi dal XVI al XX secolo.
Il duca Amedeo nella sua residenza del Borro (1985) ora dei Ferragamo. |
Prezzi
per tutti i gusti: dalla sedia a dondolo America in mogano (stima da 200 euro)
allo scrittoio stile Impero (400), dal pesce mobile in metallo argentato (100)
a due aironi in porcellana (Cina XVIII sec. 5000 euro), poi un gruppo di 18
libretti di teatro e 4 partiture musicali (200), 12 ventagli in carta e legno
(120 euro), piede d’elefante cacciato da Elena d’Orlèans, moglie del duca
Emanuele Filiberto (350 euro), fino ad arrivare ai ritratti degli avi sabaudi:
Amedeo IX, Carlo Emanuele I, Vittorio Amedeo II, Eugenio di Savoia.
Insomma
oli su tela ma anche oggetti di uso quotidiano con gli emblemi di casa Savoia e
delle famiglie reali europee imparentate, come il servizio da tavola di
trecento pezzi della fine dell’Ottocento (base 10 mila euro) o la brocca
d’argento con le armi di Olga Kostantinovna Romanova, moglie di Giorgio I di
Grecia (base 3 mila).
La scelta della casa d’aste di via Cavour pare azzeccata perché Torino è ancora un città legata sentimentalmente ai Savoia e – dati i tempi di crisi – come ha sottolineato l’amministratore delegato Giulio Filippo Bolaffi «i prezzi di partenza sono decisamente competitivi, perché sarà il mercato a decretare il giusto valore degli oggetti proposti».
La scelta della casa d’aste di via Cavour pare azzeccata perché Torino è ancora un città legata sentimentalmente ai Savoia e – dati i tempi di crisi – come ha sottolineato l’amministratore delegato Giulio Filippo Bolaffi «i prezzi di partenza sono decisamente competitivi, perché sarà il mercato a decretare il giusto valore degli oggetti proposti».
Alle critiche
dei monarchici amareggiati che vedono in questo gesto anche una delegittimazione
del duca, qualcuno mormora addirittura “fossi in Vittorio Emanuele, parteciperei
all'asta per comperare quei beni... umiliando Amedeo” oppure “Amedeo d’Aosta è
alla frutta, si vende le bomboniere!”, risponde il duca “Certi pezzi non li
venderò mai. Non capisco però certi malumori. I tempi sono cambiati” e replica
la contessa Olghina di Robilant: “Non credo vi sia niente di così drammatico
nella notizia. Hanno semplicemente bisogno di soldi. Maria Gabriella ha fatto
lo stesso da Christie's qualche anno fa, e pari dicasi per il 90% delle
famiglie Reali per non parlare dei Romanov. Leggo sempre la rivista francese
"Point de Vue" e quasi ogni settimana vi sono esposti beni di
famiglie reali che vendono oggetti di casa in aste. Anche gli inglesi se per
questo. Troppa roba da gestire e mantenere in tempi di crisi economica. La
legittimità del capo di Casa Savoia non può essere messa in dubbio per questo” (vgc)
'E pur vero che queste sono le crude necessità della vita, ma che tristezza....
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