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Giovanni Battista Quadrone, L'occasione fa il ladro, 1895, coll. priv.
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Uscendo fuori dal coro e dalla moda dell’arte
contemporanea – caposaldo della cultura torinese – la Fondazione Accorsi-Ometto
continua nella sua benemerita rivalutazione della pittura italiana
dell’Ottocento. Così, dopo le antologiche dedicate a Fontanesi e Pasini, ora è
la volta del monregalese Quadrone (1844-1898), autore di dipinti finitissimi,
di medie e piccole dimensioni. La mostra “Giovanni Battista Quadrone. Un
“iperrealista” nella pittura piemontese dell’Ottocento” è aperta da oggi fino
al 15 gennaio 2015 (www.fondazioneaccorsi.ometto.it)
in via Po 55, a cura di Giuseppe Luigi Marini (ingresso € 6,00).
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G. B. Quadrone, Il compagno fedele, 1881.
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G. B. Quadrone, Prima della partenza per la caccia, 1897. |
Il percorso espositivo si apre
con una selezione di quadri giovanili, d’ispirazione romantica, quali “L’agguato”
e “Un giullare”, fino ad arrivare a “Vergognosa” e “Ogni occasione è buona!”.
In essi Quadrone tende a rappresentare soggetti in costume del passato, di
riferimento letterario, ma in situazioni riferibili al proprio tempo. Ampio
spazio è dedicato ai temi che sono prediletti dal maestro e nei quali egli
chiude il capitolo dei personaggi in costume per privilegiare una scelta di
contenuti più attuali: da “Cacciatore fortunato” a “Processione in Sardegna”,
quest’ultima minuziosa descrizione dei luoghi e del salmodiante corteo; dal
tema venatorio “Entrate che fa freddo” a “Una vecchia berlina,” opera di
intensità straordinaria, profonda, poetica e misteriosa.
Il fil rouge che
lega tutti i soggetti delle opere di Quadrone è la paziente definizione «iperrealistica» delle scene di vita
venatoria, circense o rusticana. Cesellava, con il colore, i particolari anche
minimi, con tecnica e precisione inesorabili, nulla dimenticando e a nulla
rinunciando di quanto riteneva utile alla completa rappresentazione di una
situazione. Una mostra da non perdere (Vgc).
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