Roma
(15 dicembre 2012) - II travagliato momento, che tanto il nostro Paese quanto
la comunità dei popoli del Mediterraneo e più in generale la comunità
internazionale stanno attraversando, porta la memoria a soffermarsi sulle riflessioni
che dopo il primo e il secondo conflitto mondiale uomini di grande
responsabilità civile offrirono ai loro contemporanei e a noi posteri, nella
speranza di poterne trarre ispirazione per orientarci in questi tempi di
smarrimento delle coscienze e di disorientamento culturale. Intendiamo
riferirci a uomini di cultura preoccupati delle sorti dell’Italia e dell’Europa
quali furono Francesco Saverio Nitti, Luigi Einaudi, Benedetto Croce, Adolfo
Omodeo e Thomas Mann, che vissero e soffrirono tutti, in vario modo, il
problema delle sorti dell’Europa e della perdita degli ideali, dei valori,
dell’identità, della cultura.
Occorre
che le generazioni future siano poste nelle condizioni di vivere in armonia con
l’ambiente naturale. Ogni essere umano è chiamato ad amministrare i beni
naturali con saggezza e non sulla base dei suoi specifici interessi. Le
persone, le famiglie, i gruppi sociali, le comunità, i popoli, le nazioni e gli
Stati devono quindi rendere conto delle loro azioni davanti ad ogni singolo
essere umano, di oggi e del futuro.
La Reggia di Venaria Reale nei pressi di Torino: un esempio di ottimo utilizzo delle risorse per la cultura. |
I
recenti Stati Generali della Cultura seguono - mettendone in pratica il primo
punto, ovvero una costituente per la cultura - il Manifesto per la cultura,
lanciato a febbraio 2012 dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”. Pensato con
l'obiettivo di creare un momento di dibattito e di approfondimento sullo stato
della Cultura e dell'Arte in Italia oggi, ha voluto tracciare una nuova visione
strategica di gestione del bene pubblico. Tra le finalità anche delineare un
nuovo rapporto tra imprese e pubblica amministrazione che miri a valorizzare il
patrimonio artistico del nostro Paese.
Le
misure da adottare subito per ridare risorse, slancio ed energie al sistema
culturale italiano sono quattro:
1)
accesso al credito e sviluppo dell'imprenditorialità;
2)
un'agenzia per l'esportazione della produzione creativa italiana sull'esempio
dell'olandese Dutch Dfa;
3)
una strategia di valorizzazione globale dei brand culturali italiani sulla scia
dell'operazione del Louvre Abu Dhabi;
4)
Una maggiore capacità di integrare la produzione creativa nel manifatturiero di
qualità.
Iniziative
che non necessitano d’ingenti risorse pubbliche quanto di una radicale presa di
coscienza delle trasformazioni delle filiere culturali e creative e dello
sviluppo di un'azione di razionalizzazione delle risorse e delle forze in campo
chiara, concreta ed efficace alla luce di quanto avviene nel resto d’Europa e
del mondo (vgc).
Nessun commento:
Posta un commento