La
XIX edizione del Premio di Cultura L’Arcangelo,
attribuito dall’Associazione Immagine per il Piemonte ad una personalità che
abbia dato lustro con la sua condotta di vita, le sue azioni, il suo esempio
alla nostra Regione, è stata assegnata quest’anno ad un esperto di fama
mondiale, Alberto Bolaffi. Se
soltanto si pronuncia il suo cognome si evocano immagini attinte dalla memoria
di tutti noi: dal periodo della nostra infanzia, in particolare, quando
venivamo attratti magicamente da figure, profili, colori impressi su
francobolli o monete, primi passi di quelle che, da adulti, avremmo trasformato
in vere collezioni, alimentate da autentica passione.
Cerimonia di premiazione della XIX edizione de L'Arcangelo (da sin. Martini, Cardinali e Bolaffi). Foto Carlo Cretella |
Con
modestia, Alberto Bolaffi afferma che per parlare di lui occorre
necessariamente fare riferimento alle figure di suo nonno, che portava il suo
stesso nome, e di suo padre Giulio. Due imprenditori filatelici di fama e
livello internazionali.
Il nonno Alberto,
nato a Livorno nel 1874 da un’importante famiglia di commercianti di penne di
struzzo e pietre preziose residente a Gibilterra, pur rimanendo cittadino
britannico si trasferì in giovane età a Torino. Studente molto brillante,
poliglotta, iniziò a soli sedici anni un’attività nel settore filatelico che lo
portò ben presto ad essere uno dei periti più prestigiosi; giunse quindi al
vertice del commercio mondiale di francobolli. Responsabile dell’organizzazione
dell’Esposizione di Torino del 1911 divenne inoltre fornitore della Real Casa e
curatore della collezione filatelica della regina Elena del Montenegro. Sposato
con Vittoria Foa ebbe quattro figli, di cui Giulio era il primogenito. Quando
si spense nel 1944, la sua attività fu proseguita proprio da Giulio, nato nel
1902 a Torino.
Alberto Bolaffi nella sede storica della sua azienda in via Cavour a Torino. |
Suo figlio Alberto,
al quale viene conferito il XIX Premio di Cultura L’Arcangelo presieduto dal
conte Alessandro Cremonte Pastorello di Cornour, è nato a Torino il 6 gennaio
1936. Coniugato con Nicoletta Cacciatore ha due figli, Giulio Filippo e Nicola
Alberto. Terminati gli studi secondari in Svizzera, dopo la guerra Alberto torna
in Italia; avvezzo all’uso del francese deve nuovamente apprendere il nostro
idioma. Inserendosi nelle attività della famiglia si dedica, tuttavia, ad un
filone particolare, la filografia, ovvero l’interesse per tutto ciò che è
comunicazione scritta, con una predilezione per il mondo dei francobolli. I
suoi interessi si distribuiscono dunque su un arco molto ampio e risultano
assai variegati e poliedrici spaziando dai reperti della scrittura occidentale
alla filatelia per proseguire con la numismatica, i manifesti, le memorabilia spaziali, la parola scritta
tecnologica, la bibliofilia (testi
rivoluzionari del XX secolo e ippologia latina e italiana). E’ inoltre tra i
primi a manifestare un’attenzione per l’arte astratta, da cui scaturisce una
passione per la pittura del Novecento.
Sul piano professionale è stato Amministratore
Delegato delle varie società Bolaffi e della Bolaffi Mondadori; giornalista
pubblicista, ha diretto Il Collezionista,
ed ha scritto numerosi saggi. Ha curato la pubblicazione di cataloghi e
periodici su vari argomenti quali arte, viaggi, gastronomia, enologia,
collezionismo spaziale. Dalla fine degli Anni 60 con la Fratelli Fabbri Editori
e poi con altri editori in Italia e all’estero ha pubblicato le prime
enciclopedie che al contesto tecnico-letterario univano concretamente gli
oggetti relativi al contenuto delle stesse (francobolli, monete, carte
telefoniche, conchiglie, profumi…). Si è anche occupato di pubblicazioni di
contenuto zoo-sociologico.
Il Cav. Lav. Alberto Bolaffi. |
Con il 2013 Alberto Bolaffi ha consegnato il testimone
al figlio Giulio Filippo, che ha
l’impegnativo ma entusiasmante compito di continuare nel percorso intrapreso da
chi lo ha preceduto, sempre all’insegna del motto di famiglia «amore significa
conoscenza, conoscenza significa amore»,
mutuato da Aristotele: un ispiratore che si erge come un gigante dalle pagine
della storia del pensiero occidentale, una luce sicura per illuminare il
cammino. Basti rammentare che lo Stagirita fu istitutore di Alessandro Magno e
venne celebrato nella Commedia di Dante come “maestro di color che sanno”…
Luca Martini
Segretario Generale dell’Associazione
Immagine per il Piemonte